Mons. Cecchin: la mistica cristiana non è privilegio di pochi

Abbiamo tra le mani “Un cammino verso la mistica cristiana” (Àncora, pp. 114, € 12,00), che è il ventunesimo libro dato alle stampe da monsignor Franco Cecchin, delegato diocesano per la Pastorale della terza età, dopo una vita sacerdotale “spesa” in diverse parrocchie milanesi (con un lungo intervallo alla direzione di Radio A) e conclusa a Lecco come prevosto nel 2019.

In un tempo come il nostro in cui Lucifero esce allo scoperto e con avvolgenti lusinghe sembra attrarre a sé tante anime, ci vuole proprio il coraggio di un prete come monsignor Cecchin per proporre un libro che richiama, soprattutto i praticanti, ad invocare da Dio l’aiuto a vivere un’esperienza intensa con Lui.

Guardiamo in faccia la realtà: che successo può avere un testo calato in un mondo il cui gran parte dell’umanità ha completamente smarrito il senso del sacro e ha sostituito Dio con la materialità ammantata di scienza?

Eppure l’Autore, con irremovibile convinzione, fin nelle prime pagine spiega l’importanza dell’originalità della mistica cristiana, «esperienza interiore che porta la persona a un’intima unione con Dio Padre e Figlio e Spirito Santo».

Ecco, se il lettore, anche quello più scettico e digiuno di temi religiosi, accettasse la sfida di leggere “Un cammino verso la mistica cristiana”, giunto alla centoquattordicesima pagina, non potrebbe non convenire che qualcosa non gli abbia suggerito quella “vocina” che è in ognuno di noi.

Annota infatti monsignor Cecchin che «nella “piccola storia” di ciascuno di noi, domandiamoci se ogni giorno tutto quello che compiamo in pensieri, parole ed opere, è attuato nel nome di Gesù Cristo con la docilità allo Spirito Santo per la gloria di Dio Padre».

Sia chiaro, l’argomento “mistica” «è complicato come pochi». A confermalo è lo stesso arcivescovo, Mario Delpini, che nella prefazione tra l’altro scrive: «Credo che queste pagine, su cui ci sarebbe molto da dire, sono però, in sostanza, un ardore di condivisione.

L’intima esperienza di preghiera, di gioia nella pratica della fede in mezzo alle tribolazioni, di consolazione nel constatare quale frutto può portare una parola provocatoria ha indotto don Franco a questa pubblicazione. In sostanza don Franco parla di sé, della sua frequentazione della Parola che è diventata dialogo, della sua adorazione del mistero che è diventata comunione, della sua valutazione del tempo presente e della gente che oggi incontra che è diventata passione per comunicare e sorriso per coinvolgere ».

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